Una serata davvero speciale
12 ago 2025
Cena scelta da tempo nel salottino Andy Warhol che - per la prima volta - avevano preparato per 8. Tutto perfetto: l’ambiente unico, la cura del team, l’empatia di Antonio sempre presente per raccontarci un pezzo di storia della sua famiglia e della sua cucina, in ogni piatto e in tante scelte: come fossimo davvero a cena a casa! Carta dei vini splendida e varia (anche se abbiamo guardato “solo” la carta dei bianchi …
Il menù dei 60 anni per i miei 60 anni, combinazione di arte gusto e territorio. Torneremo presto: anche senza un’occasione così speciale!
Locale meraviglioso, portate squisite delle vere eccellenze, carta dei vini strepitosa. Per concludere un dessert veramente da Nobel.
assolutamente sopravvalutato
14 lug 2025
Non è il classico stellato ove si va per vivere una emozione. E’ solamente una ottima cucina tradizionale con piatti realizzabili da qualunque ristorante di livello ad un prezzo totalmente inferiore.
Lo chef titolare del ristorante vanta la semplicità degli ingredienti e delle composizioni che proprio per questo, raggiungendo la perfezione (a suo dire), rappresentano delle vere e proprie opere d’arte culinaria conosciute ed apprezzate in tutto il mondo.
Per il mio pranzo, a parte il servizio professionale e cortese, purtroppo, così non è stato.
La bruschezza di benvenuto rivisitata (?) era rappresentata da una misera fetta di pane abbrustolito, dadini di pomodoro associati a così tanto aglio che mi è risalito sino a sera, nonché una spuma di mozzarella con sapore pari allo zero. A seguire una crocchetta di alice con ripieno di provola e salsa di colatura di alici di Cetara che si poteva tranquillamente chiamare crocchetta di patate da friggitoria non avendo né il sapore del mare, né accenni della colatura. Fortunatamente i rimanenti piatti non presentavano errori di rilievo ma, come detto in apertura, sono realizzabili da qualunque chef di buona esperienza (per mettere un pezzo di pesce pezzogna ben cotto su di letto di finocchi, per quanto squisiti, non è che si deve essere necessariamente un fuoriclasse).
Lascio giudicare ai lettori le “giustificazioni” dello chef: per la bruschetta loro usano come base del pane fritto che preparano la mattina per servirlo solo la sera (per cui a pranzo tutti zitti, ci dobbiamo tenere quella fettina, come a casa), per l’aglio è purtroppo un piccolo (e chiamalo piccolo) cronico difetto in cucina dei suoi collaboratori (non li controlli?), e per la spuma di mozzarella poiché era stata preparata quasi al momento effettivamente poteva non avere sapore in quanto sarebbe stata perfetta solamente per la sera (ancora). Idem per l’alice che era stata tagliata e cotta poco prima e non sprigionava aromi così come avrebbe fatto la sera (a ridalle), idem ancora per la colatura che abbisognava di una temperatura di “esercizio” diversa da quella servita (buonanotte ai suonatori).
Orbene, caro patron Dipino, puoi avere come clienti Clinton, la regina d’Inghilterra, Macron ed anche 007 e Topo Gigio, ma se sbagli due piatti e ti ammanti di cielo stellato (con tanto di patinato depliant finale) dovresti sapere che in primis dovresti scusarti e poi cortesemente rifarli a regola d’arte o sostituirli come si fa in ogni locale degno di macaron; certamente non incassarti l’intero menu degustazione, compresa l’acqua, come se nulla fosse successo.
Quanto sopra spiega anche il perché il locale (piccolo, ma molto bello), a parte la mia presenza, è rimasto desolantemente vuoto per l’intera apertura pranzo in una Amalfi di fine aprile stracolma di turisti…...in attesa che qualche sfortunato viandante suoni al campanello, fatevi qualche domanda e datevi una risposta!